Il progetto Smart@pp coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, quale sotto-progetto di Dislessia 2.0 Soluzione Digitale finanziato dalla Fondazione Telecom Italia, persegue l’obiettivo di creare una piattaforma di screening precoce dei disturbi della comunicazione e del neurosviluppo dai 6 ai 36 mesi. L’app, elaborata sia in versione iOS che Android per tablet e smartphone, permetterà di effettuare uno screening automatico ultra-precoce dei disturbi della comunicazione. La app guiderà il genitore e il pediatra con delle domande puntuali secondo gli standard riconosciuti di screening. L’app sarà gratuita e accessibile a tutti e sarà sviluppata e manutenuta dall’ISS e dal CNR – ISASI.
L’implementazione della piattaforma prevede, anche, il coinvolgimento del Network Italiano per il riconoscimento precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico che include i più importanti centri clinici e di ricerca in ambito disturbi del neurosviluppo (Ospedali, ASL/ASP, Università e Istituti di Ricovero e Cura a carattere Scientifico – IRCCS) per la predisposizione dei test e la sperimentazione sul campo: Università Campus Bio-Medico di Roma, IRCCS Eugenio Medea, Azienda Sanitaria Provinciale Palermo, IRCCS Fondazione Stella Maris, IRCCS Osp. Pediatrico Bambino Gesù, Centro Interdipartimentale Mente e Cervello, Centro Autismo e Sindrome di Asperger, Ospedale di Mondovì.
Il progetto Smart@pp è finalizzato all’implementazione e promozione nel contesto italiano, di un protocollo ubiquitario di individuazione precoce dei disturbi della comunicazione. Il progetto intende sfruttare il network naturale di smartphone e tablet implementando una piattaforma web per iOS e Android e comuni browser che consenta ai genitori la compilazione di un questionario e di una check-list e l’esecuzione da parte del bambino di una prova sperimentale per l’analisi della prosodia.
Nei diversi programmi di screening realizzati in ambito nazionale e internazionale, il criterio per identificare un ritardo di linguaggio e determinare un esito positivo allo screening è l’ampiezza del vocabolario espressivo inferiore al 10° percentile in base ai dati di riferimento normativi per l’età cronologica. Lo strumento maggiormente utilizzato è la forma breve della scheda “Word and Sentences” del MacArthur Bates-Communicative Development Inventories – MB-CDI (9). I questionari MB-CDI, chiamati in italiano ‘Il primo vocabolario del bambino – PVB, valutano la comunicazione e il linguaggio dei bambini tra gli 8 e i 30 mesi. Costruiti parallelamente negli Stati Uniti (9) e in Italia (10,11,12) sono stati successivamente adattati in circa 60 lingue differenti.
La piattaforma SMART@PP prevede la compilazione da parte dei genitori, a seconda dell’età, del PVB, in 2 versioni: “gesti e parole” (8-17 mesi) e “parole e frasi” (18-36 mesi). Questi questionari sono ampiamente usati per valutazioni molto rapide (il tempo medio della compilazione da parte dei genitori è di circa 10 minuti). La piattaforma prevederà inoltre la compilazione della check-list Language Development Survey (sviluppata da Leslie Rescorla del Bryn Mawr College in Pennsylvania, USA, e opportunamente adattata e tarata per la popolazione italiana dai ricercatori dell’IRCCS Medea, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma) e la realizzazione di una prova sperimentale guidata che consente l’acquisizione e l’analisi della prosodia verbale finalizzata alla rilevazione di informazioni utili all’interpretazione dei profili prosodici. Dall’analisi del questionario PVB, della Check-list e dalla valutazione della prova sperimentale l’Unità di Neuropsichiatria Infantile potrà valutare a distanza il livello di sviluppo delle abilità comunicative linguistiche di ciascun bambino arruolato e suggerire direttamente al pediatra la necessità di eventuali approfondimenti e/o di invio ad una valutazione specialistica neuropsichiatrica del piccolo. La precoce identificazione dei bambini con ritardo di linguaggio consentirà l’attivazione di interventi tempestivi prevenendo così la comparsa di effetti negativi sulle abilità relazionali e scolastiche e promuovendo il benessere del bambino e della sua famiglia. La raccolta dati da parte dei centri coinvolti nella sperimentazione avverrà attraverso la piattaforma SMART@PP che permetterà la rapida compilazione del questionario e della check-list da parte dei genitori (che saranno resi accessibile anche ai pediatri di base per valutare, all’interno dei bilanci di salute, il profilo di sviluppo linguistico del bambino) e che faciliterà la fase di valutazione dei questionari svolgendo automaticamente la maggior parte delle operazioni di refertazione. Mediante questa piattaforma gli operatori coinvolti potranno identificare i bambini per i quali si rende necessaria una valutazione più approfondita e/o l’invio verso il centro di neuropsichiatria infantile più vicino per la valutazione specialistica e l’eventuale indicazione ad un intervento adeguato.
A chi si rivolge
L’incidenza di un disturbo nello sviluppo del linguaggio dipende dall’età del bambino a cui viene formulata la della diagnosi, e si stima in circa il 15% nei bambini di 2 anni e il 5-8% nei bambini di 3-5 anni. Ritardi del linguaggio non trattati nei bambini di età prescolare hanno tassi di persistenza del 40-60% e uno sviluppo linguistico ritardato o atipico può essere la spia di un disturbo di linguaggio o nascondere problemi clinici complessi quali ad esempio disabilità intellettive, disturbi dello spettro autistico o lievi sordità non precedentemente diagnosticate. Inoltre, l’individuazione precoce di un ritardo di linguaggio può portare a un accesso più tempestivo ai servizi di logopedia abbassando il numero di bambini che necessitano di interventi specialistici in età scolare. Già nel 2006 la Task Force dei Servizi di Medicina Preventiva negli Stati Uniti raccomandava di includere la valutazione dei comportamenti linguistici nei bambini di età prescolare nelle visite pediatriche di routine e negli ultimi dieci anni sono stati condotti programmi di screening del linguaggio che si pongono l’obiettivo di individuare bambini che tra i 2 e i 3 anni di età mostrano un esordio tardivo di tale competenza, in assenza di patologie neurologiche, sensoriali e cognitive già accertate. In letteratura, sono presenti numerosi strumenti volti alla valutazione delle diverse componenti del linguaggio (principalmente quella fonotattica/articolatoria, lessicale, sintattica e morfosintattica) che offrono la possibilità di identificare sia le aree compromesse, sia la gravità del ritardo. Tali strumenti, tuttavia, data la precocità della valutazione, permettono di identificare solo quei bambini con un grave ritardo dello sviluppo comunicativo, rimandando all’ingresso nella scuola primaria l’identificazione di quei “casi limite”, per i quali la gravità del ritardo non sembra emergere dalle consuete valutazioni pediatriche e di screening. Una valutazione incrociata della competenza sintattica e prosodica offre, invece, la possibilità di identificare con una buona probabilità anche quei bambini che soffrono di un ritardo importante, seppure non già patologico, attraverso una misura composita della competenza comunicativa del bambino. Infatti, la difficoltà nel controllo simultaneo della componente sintattica e prosodica ha fatto ipotizzare l’esistenza di un “trade-off linguistico”, dove le crescenti richieste di un componente, come la sintassi, possono potenzialmente causare una riduzione delle prestazioni in una seconda componente, ad esempio la fonologia. Sulla base della “trade-off hypothesis”, è possibile ritenere che i bambini con maggiori capacità sintattiche risultino anche maggiormente abili nella realizzazione prosodica dell’enunciato. Tale ipotesi risulta avere importanti ricadute anche in ambito clinico, in particolare nell’identificazione precoce dei ritardi e disturbi del linguaggio. L’analisi della prosodia degli enunciati combinatoriali potrebbe evidenziare la programmazione della produzione frasale, in un periodo in cui la competenza grammaticale non è completamente acquisita, e dare informazioni sulla padronanza delle diverse strutture sintattiche dei bambini. Da un lato, sarebbe opportuno valutare se lo sviluppo sintattico posseduto all’età di 3 anni sia nella norma, con una produzione consistente di enunciati di 3 parole, dall’altra valutare se la produzione di questi enunciati sia supportata da una adeguata realizzazione prosodica. Sulla base della “trade-off hypothesis”, è possibile ritenere che una mancata abilità nel produrre profili prosodici unitari sia rappresentativa di una competenza sintattica non ancora del tutto realmente padroneggiata.