Dal digitale un aiuto per le persone con dislessia

Dal digitale un aiuto per le persone con dislessia

Da “Dal digitale un aiuto per le persone con dislessia” La Repubblica. 04 Ottobre 2018

È un disturbo specifico dell’apprendimento non sempre facile da riconoscere, che colpisce dal 5 al 12% della popolazione europea. Il 4 ottobre si celebra la giornata mondiale dedicata a questo disturbo con numerose iniziative. Dislessia 2.0 è la prima piattaforma in Italia per lo screening gratuito aperto a tutti e la certificazione delle scuole Amiche della Dislessia

LEGGERE, scrivere, decodificare un testo e capirne rapidamente il significato. Sono operazioni molto complesse per chi ha la dislessia. Per far conoscere queste difficoltà e sensibilizzare il pubblico sul tema, dall’1 al 7 ottobre 2018 si tiene la settimana europea della dislessia, che ha come apice la giornata mondiale, il 4 ottobre. Secondo i dati europei, dal 5 al 12% della popolazione europea ha la dislessia, in rapporto anche alle caratteristiche fonologiche delle varie lingue, spesso insieme ad altri problemi dell’apprendimento.

Dal digitale un aiuto per le persone con dislessia

 

Una persona con dislessia fa spesso molta fatica nel leggere parole, commettendo errori come confondere lettere speculari (d-b) o invertire il loro ordine di posizione, come se fossero anagrammate: ad esempio la parola “cane” potrebbe essere letta come “acne” o “ance, per cui è necessario rileggere più volte la stessa parola per cercare di riconoscerla in modo corretto  (vedi come apparirebbe il sito di Repubblica.it letto da una persona con dislessia). Quando le parole sono più lunghe, complesse o di uso poco frequente, la fatica aumenta e leggere diventa una vera impresa.

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Ma spesso chi è dislessico ha anche altri disturbi specifici dell’apprendimento. Fra questi, la disortografia, che comporta difficoltà nelle competenze ortografiche, la discalculia, ovvero la difficoltà nel comprendere e operare coi numeri, e la disgrafia, che rappresenta un disturbo dell’abilità fino motoria della scrittura. Non si tratta in ogni caso di una malattia ma di una condizione e, soprattutto, i disturbi specifici dell’apprendimento non sono associati a un quoziente intellettivo inferiore: al contrario, sono spesso collegati anche a una maggiore creatività, capacità di adattamento cognitivo e risoluzione dei problemi.

Dislessia 2.0, un unico portale con tre importanti funzionalità 
Grazie all’iniziativa di Fondazione TIM in partnership con l’Associazione Italiana Dislessia, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, l’Istituto Superiore di Sanità e  l’Istituto di Scienze Applicate & Sistemi Intelligenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISASI-CNR) di Messina in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca che ne hanno monitorato la validità e gli effetti, è oggi disponibile un unico portale dedicato alla dislessia con tre importanti funzionalità.

Per individuare i segnali del disturbo con Dislessia on line, bambini dai 7 anni, ragazzi e adulti potranno effettuare prove di lettura e in caso di lievi difficoltà avviare un percorso di recupero con una sessione finale di verifica dell’apprendimento. La piattaforma indirizzerà coloro che presentano profili a rischio a strutture competenti per una diagnosi più approfondita. Grazie a questo screening on line sarà possibile ridurre fino al 25% il ricorso da parte delle famiglie a specialisti del settore.

Con Smart@pp, invece, i pediatri – in accordo con i logopedisti e i neuropsichiatri- potranno riconoscere i disturbi della comunicazione nei primi tre anni di vita dei bambini effettuando, anche da tablet e smartphone, uno screening ultra-precoce, con domande puntuali secondo standard riconosciuti.

Dal digitale un aiuto per le persone con dislessia 

 

Passando infine all’inclusione degli studenti con DSA, sul portale con Dislessia Amica le famiglie potranno consultare la mappa dei 5.000 istituti – dalla primaria fino alla secondaria di II grado – con docenti formati, che rappresentano oltre il 60% di tutte le scuole statali italiane.
La certificazione è stata raggiunta tramite un programma e-learning che dal 2016 ha coinvolto 170 mila insegnanti, 6000 istituti ed erogato 5milioni ore di formazione.

Tra le altre iniziative di Fondazione Tim c’è anche la campagna #disleggo2018 e VRDI – Virtual Reality per una Didattica Inclusiva realizzato insieme all’Istituto Superiore Mario Boella. In fase di sperimentazione nelle scuole, si tratta di un laboratorio digitale (living lab con insegnanti ed educatori, attività in classe e percorsi creativi tra storytelling e coding), che esplora in che modo la realtà virtuale e le tecnologie ad essa collegate possano essere strumenti d’aiuto per migliorare l’apprendimento.

Insomma, ci sono tante opzioni per conoscere e affrontare la dislessia, tutto sta nello scegliere quelle più adeguate, in base al livello dell’allievo e alle sue esigenze specifiche. Perché ognuno ha le sue esigenze e le sue specificità.

 

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